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Capriccio

Conversazione in musica in un atto di Richard Strauss,su libretto proprio e di Clemens Krauss

Prima rappresentazione: Monaco, Nationaltheater, 28 ottobre 1942.

Personaggi: la contessa Madelein; il conte, suo fratello; Flamand, compositore; Olivier, poeta; Clairon, attrice; La Roche, direttore del teatro; due cantanti italiani.

"Si deve allo scrittore Stefan Zweig, che inizio' a collaborare con Richard Strauss dopo la scomparsa del poeta Hugo von Hofmannsthal, l'idea di un'opera che avesse come soggetto il teatro stesso, la sua vita, ispirata al libretto dell'abate Giovanni Battista Casti "Prima la musica e poi le parole' musicato da Antonio Salieri. Le vicende della Germania nazista resero impossibile l'intesa con l'ebreo Zweig, ma nel 1939 Strauss riprese il progetto e comincio' a elaborare da solo una commedia, anzi un "Konversationsstuk fur Musik" in un atto, che , con la collaborazione del direttore d'orchestra Clemens Krauss, divenne infine "Capriccio".

L'opera, ambientata in un castello presso Parigi "al tempo della riforma di Gluk", come avverte il libretto, si presenta appunto come un diffusa "capricciosa"' discussione sui problemi del Teatro: la contessa, padrona di casa, gli artisti Flamard e Olivier, il direttore del teatro, l'attrice Clairon, discettano amabilmente di Gluk, del suo recitativo accompagnato, di Lully e Rameau, di Goldoni, di Diderot, di fine del bel canto italiano, di musica e di danza, di messinscena, e soprattutto della superiorita' o meno della musica rispetto alla poesia, materia, da sempre, motivo di riflessioni e polemiche fra compositori e librettisti. Ma parallelamente allo snodarsi della conversazione, vive un intreccio sentimentale che di quella contesa culturale e' la concreta proiezione: il poeta e il compositore sono entrambi innamorati della contessa Madeleine. Olivier, in segno di affetto, le dedica un sonetto che subito il rivale Flamard riveste di musica, e il brano diviene l'emblema dell'indissolubilita' delle due arti (Wort und Ton), ma anche il segno dell'incertezza, della non-volonta' della donna a decidere fra i due spasimanti: sara'questo il tema del monologo della contessa che, musa ispiratrice di quel sonetto divenuto ormai cosa sua, alla fine dell'opera, rimanda la scelta tra il poeta e il musico al domani. E quando il dibattito, fra l'altro, si accende intorno al ridicolo di un'ennesima rappresentazione mitologica, "La nascita di Atena", Strauss si fa portatore di una geniale, molto novecentesca controproposta (come gia' in Goldoni, come in Pirandello): soggetto di una -nuova opera saranno le vicende di quella giornata vissute da tutti i presenti, cui il pubblico ha assistito"

(Note tratte dal Dizionario dell'Opera, a cura di Pietro Gelli, Milano, Baldini e Castoldi, 1996, p.187-188.)
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