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Comte Ory, Le

opera in due atti di Gioachino Rossini

Le comte Ory, opera in due atti di Eugène Scribe e Gaspard Delestre-Poirson. Musica di Gioachino Rossini

Prima rappresentazione: Parigi, Théâtre de l'Académie royale de musique, 20 agosto 1828

Personaggi: Comte Ory, signore e castellano, le Gouverneur, goverantore del Conte ory, Isolier, paggio del conte, Raimbaud, cavaliere, compagno di baldoria del conte, la Comtesse de Formoutiers, Ragonde, castellana del castello di Formoutier, Alice, giovane contadina, cavalieri amici del conte Ory, cavalieri del seguito, cavalieri Crociati, scudieri, contadini, contadine, dame di compagnia della contessa

Atto primo. Nei dintorni del castello di Formoutiers, nella Touraine, Raimbaud, gentiluomo e amico del conte Ory, travestito da servo dell'eremita che vive nei dintorni, invita la giovane contadina Alice a riverire il sant'uomo. Ma l'eremita è in realtà il conte Ory travestito, il quale tenta con questo inganno di poter conquistare la contessa di Formoutiers che risiede nel castello con il suo seguito in attesa del ritorno di suo fratello dalla Crociata.
Giunge Ragonde, la castellana, per chiedere al falso eremita un incontro con la contessa, che desidera i consigli di un uomo di fede per lenire la sua malinconia. Il conte Ory naturalmente accetta.
Nel frattempo il paggio del conte, Isolier, segretamente innamorato della contessa, sua cugina, giunge nei pressi del castello. E' con sé il precettore del conte, inviato dal padre, e una scorta. Al cospetto delle contadine che escono dalla dimora dell'eremita in grande beatitudine, egli sospetta immediatamente qualche artificio del pupillo. Isolier, ignaro, decide di recarsi dall'eremita per chiedergli consiglio nella conquista della contessa. Ma venuto a conoscenza del segreto del proprio paggio, il conte Ory, che trova in esso il proprio rivale, ribalta i piani del ragazzo per attuare i proprio. Nell'incontro con la contessa, il falso eremita fa di tutto per convincerla ad abbandonare i voti di castità e il proprio isolamento, ma contemporaneamente la mette in guardia da Isolier, indicandoglielo come il falso paggio. La contessa, che segretamente ama anch'essa Isolier, rimane così distante dal paggio, conducendo con sé nel castello l'eremita cui è grata per essere stata salvata da un possibile madornale errore. Ma mentre il corteo entra incrocia il precettore che smaschera il conte Ory, con suo grande disappunto. E il precettore consegna al conte la lettera del padre che lo obbliga al ritorno per il festeggiamento dei Crociati- Ma Ory non si dà per vinto.

Atto secondo. Nel castello, la contessa, felice degli scampati pericoli, durante un temporale che scoppia all'improvviso concede ospitatilità ad un gruppo di pellegrine perseguitate dal conte Ory. Delle quattordici donne tutte sui quarant'anni, cosa che rassicura Ragonde, una chiede di essere introdotta presso la contessa, che la riceve senza altri al cospetto. Il comportamento timido della donna stona con le parole ambigue che ella le rivolge. Ritiratasi la contessa, le finte donne, ossia il conte Ory, il precettore e i cavalieri festeggiano l'impresa: i sospetti delle dame, di Ragonde e della contessa non trovano riscontro e tutti si preparano per la notte. Si ode uno scampanellio: Isolier, su ordine del duca, informa le donne che i mariti verranno a trovarle intorno alla mezzanotte in segreto. Ma il paggio riconosce l'inganno del conte, diffondendo il panico generale tra le donne del castello. Isolier, si premura di difendere la contessa: spenge i lumi, si avvolge nelle vesti della dama. Ory, nel buio, si dichiara dunque alla falsa contessa. L'arrivo dei cavalieri, l'accensione delle torce chiarisce ogni equivoco e Ory e i suoi compagni vengono tenuti in pugno dalle dame: la contessa li invita ad andarsene, per evitare le ire dei cavalieri Crociati.
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